NOSTRA SIGNORA DI MONSERRATO
Conosciuta semplicemente come Santa Maria di Uta, fu realizzata su un precedente impianto bizantino a due navate, presumibilmente tra la fine del XII e gli inizi del XIII e sarebbe coeva a quella di Santa Maria a Tratalias che, eretta nel 1213, presenta alcune somiglianze architettoniche, tipiche delle chiese romaniche sarde dai caratteri lombardeggianti, con elementi gotici.
I tetti lignei sono a capriate nella navata centrale e a falde nelle navatelle e forse, il progetto iniziale prevedeva una copertura a botte nella mediana, e a crociera, in quelle laterali. Nel frontone timpanato, la bifora è in asse con il grande campanile a vela, che ha una luce a ghiera ogivale. In ciascuna fiancata si aprono monofore a strombo ed un ingresso architravato con lunetta; l'ingresso settentrionale funge da "Porta Santa".
La sua posizione era strategica, a controllo dell'unico ponte sul fiume Cixerri, che serviva da comunicazione con le montagne del Sulcis. Dalle diverse croci patenti, si evince l'appartenenza ad ordini militari: dal 1363, anche se in abbandono, era di proprietà degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme e poi fu assegnata ai Francescani, che la gestirono sino al XVII secolo. Sino al 1601, gli edifici intorno, chiamati "cungiau de corti", erano operativi e dal 1607 l'area occupata dal chiostro, del quale rimane il solo pozzo, venne utilizzata come cimitero. Riabbandonata nella seconda meta dello stesso secolo, venne adibita a cappella cimiteriale nel XX.
TROVI LA SCHEDA A CURA DI CHIESECAMPESTRI.IT, NELLA GUIDA ALLE CHIESE CAMPESTRI MEDIOEVALI DELLA SARDEGNA, VOLUME I E NELLA GUIDA ALLE CHIESE CAMPESTRI DELLA PROVINCIA DI CAGLIARI - ordinale qui
La festa
Il fine settimana intorno all'8 settembre, che è il giorno solenne. La domenica successiva è celebrata la Festa del Malato con una messa pomeridiana
Come si raggiunge
Si trova nell'immediata periferia sud di Uta, all'interno di un bel parco
Per saperne di più
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I tetti lignei sono a capriate nella navata centrale e a falde nelle navatelle e forse, il progetto iniziale prevedeva una copertura a botte nella mediana, e a crociera, in quelle laterali. Nel frontone timpanato, la bifora è in asse con il grande campanile a vela, che ha una luce a ghiera ogivale. In ciascuna fiancata si aprono monofore a strombo ed un ingresso architravato con lunetta; l'ingresso settentrionale funge da "Porta Santa".
La sua posizione era strategica, a controllo dell'unico ponte sul fiume Cixerri, che serviva da comunicazione con le montagne del Sulcis. Dalle diverse croci patenti, si evince l'appartenenza ad ordini militari: dal 1363, anche se in abbandono, era di proprietà degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme e poi fu assegnata ai Francescani, che la gestirono sino al XVII secolo. Sino al 1601, gli edifici intorno, chiamati "cungiau de corti", erano operativi e dal 1607 l'area occupata dal chiostro, del quale rimane il solo pozzo, venne utilizzata come cimitero. Riabbandonata nella seconda meta dello stesso secolo, venne adibita a cappella cimiteriale nel XX.
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